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Chi non ha mai sofferto del classico mal di testa?
Non è esagerato affermare che sono pochi gli individui che nella loro vita non sono mai stati male a causa della cefalea… effettiva o presunta, fa parte dei disturbi più diffusi!
La cefalea è una patologia conosciuta fin dall’antichità.
Già Aulo Cornelio Celso nel I secolo d.C. la descrive nel suo De Medicina, riferendosi a diverse forme di tale patologia, alcune molto diffuse e altre decisamente rare.
Esistono testimonianze relativamente alla cefalea persino nella civiltà mesopotamica, 3000 anni prima di Cristo… e da allora ha continuato ad affascinare i più grandi medici della storia.
Uomini e donne
10 milioni di Italiani ne sono afflitti quotidianamente, in maniera episodica o in modo cronico. E sono le donne a soffrirne maggiormente, superando di ben 3 volte gli uomini.
La cefalea è poco conosciuta, spesso sottovalutata o non chiaramente diagnosticata a tal punto da portare il paziente che ne è affetto ad abusare di farmaci analgesici, che sovente causano un peggioramento o anche la cronicizzazione del disturbo.
Il dolore provocato dall’emicrania spesso incide sulla vita quotidiana dei pazienti, costringendoli nei casi più gravi a rinunciare allo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Primarie e secondarie
Ognuno di noi ha provato l’esperienza del mal di testa, ed il termine scientifico per questo disturbo è proprio cefalea.
Esistono molti tipi di cefalea: un’apposita commissione di esperti internazionali, la International Headache Society (IHS), si riunisce periodicamente per aggiornare la Classificazione Internazionale delle Cefalee (ICHD-II).
Questa classificazione, basata su criteri clinici, suddivide le cefalee in primarie e secondarie.
●Tra le cefalee primarie, malattie vere e proprie, troviamo l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo.
●Le cefalee secondarie, sono quelle causate dalla presenza di altre patologie ben definite, in cui il dolore alla testa è solo uno dei sintomi, come ad esempio nel caso di malattie tumorali del sistema nervoso, nei pazienti ipertesi o in presenza di disfunzioni dell’apparato muscolo scheletrico. Tra questi spiccano frequentemente i disturbi dell’articolazione temporomandibolare, delle arcate dentarie e delle strutture correlate.
L’emicrania è sicuramente il dolore cefalico più diffuso, ne soffre circa il 12% della popolazione dei paesi industrializzati.
Esordisce in età giovanile, per lo più fra la pubertà e l’adolescenza, interessando in ugual misura i due sessi, ha un picco fra i 20 ed i 50 anni per ridursi drasticamente dopo i 60 anni.
La prevalenza nel sesso femminile si manifesta a partire dalla pubertà, sottolineando l’importanza degli ormoni sessuali femminili e delle loro fluttuazioni cicliche durante l’età fertile nella genesi di tale disturbo. Riprova ne è il netto beneficio registrato dal 60% delle pazienti dopo la menopausa.
Sintomi di crisi
La crisi emicranica si compone di diverse Fasi
●Fase prodromica. Caratterizzata da frequenti sbadigli, sonnolenza, desiderio di determinati alimenti, attacchi repentini di fame e cambiamenti di umore.
●Fase dell’aura. Può non manifestarsi affatto ed è caratterizzata dalla presenza di disturbi neurologici reversibili nell’arco di pochi minuti (entro un’ora) soprattutto a carico della vista (scintillii, macchie nere, visione distorta), della sensibilità o del linguaggio, eventualmente associati tra loro.
●Fase algica. Il dolore può insorgere lentamente oppure diventare rapidamente molto intenso, per lo più pulsante e aggravato dalle normali attività fisiche come chinarsi o salire le scale. Può essere mono o bilaterale e localizzarsi a livello frontale, temporale, orbitario ed estendersi posteriormente e anteriormente, allo zigomo e alle arcate dentarie.
●Fase risolutiva. L’attacco volge al termine lasciando spesso il paziente stanco e spossato.
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