Test salivari: sei predisposto alla carie?

Davanti ad un bel vassoio di pasticcini l’acquolina in bocca non tarda a manifestarsi… ma la saliva ha un ruolo ben più importante per il nostro organismo.

Si rivela infatti fondamentale nel rimuovere i detriti alimentari, i residui batterici e le cellule epiteliali che causano la moltiplicazione dei batteri nel cavo orale, attuandone successivamente l’eliminazione attraverso il canale digerente

test-salivari-sorridiamo-850x468

Bocca asciutta

Ma in alcuni casi può verificarsi una riduzione del flusso salivare, che ha un evidente effetto sia sul numero sia sulla gravità delle carie e ciò può capitare anche nei casi di iposecrezione salivare.

Nei soggetti predisposti o soggetti a tale problema, rivestono grande importanza i test microbiologici. Tali test valutano la quantità di batteri come Streptococcus mutans e Lactobacilli presenti nel cavo orale, direttamente proporzionale alla probabilità di sviluppo della carie.

Ma come funziona?

L’esame salivare viene eseguito in modo ormai routinario nella pratica clinica.

La tecnica di laboratorio prevede l’impiego di un kit contenente una pipetta in materiale plastico che preleva la saliva del paziente, precedentemente raccolta in un cilindro graduato.

Questo procedimento permette di calcolare il primo parametro fondamentale del test, ovvero il flusso salivare. Di cosa si tratta? Sono i ml. di saliva prodotti nel tempo di 5 minuti, il cui valore normale deve oscillare intorno a 1ml /minuto.

Il secondo parametro essenziale è il potere tampone. Ponendo per 5 minuti una goccia di saliva su una apposita striscia reattiva a pH titolato 3.3. Trascorso il tempo si compara il colore assunto dalla striscia con la scala colorimetrica riportata su una scheda di paragone, verificando la corrispondenza con uno dei campioni.

Il secreto salivare viene successivamente posto all’interno di una provetta contenente un terreno di coltura a base di agar per verificare il terzo parametro: la concentrazione batterica.

Per rendere il terreno selettivo per il microrganismo in esame si usa una sostanza particolare detta bacitracina, la provetta viene quindi posta in incubatrice alla temperatura di 37°C per 48 ore. Al termine dell’incubazione la valutazione del risultato viene effettuata confrontando la densità delle colonie batteriche cresciute, con una tabella di riferimento.

Leggere i risultati

La presenza di Lactobacilli nella saliva in quantità superiore alla norma indica un fattore di rischio per il paziente nel senso di una alimentazione eccessivamente ricca di zuccheri, accompagnata da una scarsa igiene orale: tale specie batterica è responsabile di una sintesi di acidi che concorrono a far diminuire il pH orale.

Una eccessiva presenza di Streptococchi, batteri più direttamente correlati alla patogenesi del processo carioso, indica presenza di placca in quantità superiore alla norma, dunque predisposizione individuale e/o scarsa igiene orale (prodotti odontoiatrici).

Quali precauzioni?

L’esecuzione del test e la valutazione dei tre parametri considerati (flusso, potere tampone, concentrazione batterica) consente all’odontoiatra di selezionare soggetti a basso ed elevato rischio di carie, ovvero di fare diagnosi di cariorecettività.

I primi non dovranno necessariamente modificare le proprie abitudini, ma semplicemente sottoporsi a periodici controlli da parte del medico. I pazienti ad elevato rischio dovranno al contrario essere sottoposti ad un regime preventivo intenso ed efficace.

In caso di riduzione del flusso salivare inoltre, occorre indagare sulle possibili cause della ipofunzione (es. assunzione di farmaci, sindrome di Sjogren, ecc.); nel contempo il paziente dovrà limitare il consumo di carboidrati, arricchendo la dieta di fibre e utilizzando chewing-gum privi di zucchero al fine di stimolare la salivazione.

Importante è poi instaurare un programma di fluoroprofilassi graduata, applicata alle differenti condizioni:

●fluoroprofilassi normale (dentifrici fluorati)
●fluoroprofilassi media (dentifrici fluorati e gel al fluoro)
●fluoroprofilassi intensa (dentifrici fluorati, gel al fluoro e applicazione professionale di vernici al fluoro)
L’esito dell’esame viene comunicato attraverso un referto scritto sui cui sono riportati i valori ottenuti e quelli di riferimento; oltre a stabilire il piano di terapia e la frequenza degli eventuali esami di controllo necessari.

Estrazione Dei Denti Del Giudizio, Complicazioni E Rischi

Estrazione Dei Denti Del Giudizio: Introduzione

Come tutte le forme di chirurgia, l’ estrazione dei denti del giudizio comporta il rischio di potenziali complicazioni. Alcune di queste potenziali complicazioni sono piuttosto rare, mentre altre sono molto comuni. In generale, l’estrazione dei denti del giudizio è considerata una procedura chirurgica molto sicura, se viene effettuata da un dentista professionista o da un  chirurgo orale.

Ecco alcune delle possibili complicazioni che possono derivare dall’ estrarre i denti del giudizio.

15-15121416000u41

Edema, Pallore Del Viso , Punti Dolorosi, Dolore E Disagio

Questi sono gli effetti collaterali più comuni e le complicazioni di un intervento chirurgico di estrazione del dente del giudizio. Ben il 50% delle persone che si sottopongono ad una estrazione del dente del giudizio sperimenteranno questi sintomi. In generale, questi sintomi saranno presenti per circa 48 ore dopo l’intervento chirurgico e la maggior parte dei pazienti che hanno tali sintomi non riferiscono di aver avuto l’impressione che fossero troppo gravi o dolorosi. Se questi sintomi, soprattutto il gonfiore e il dolore, non spariscono dopo 48 ore o poco più, potrebbero essere un segno di infezione.

Sanguinamento Eccessivo

Ogni volta che viene eseguito un intervento chirurgico per rimuovere un dente ci sarà sanguinamento . Questa emorragia di solito si ferma da sola dopo circa sei ore. In casi molto rari, i pazienti possono manifestare gravi perdite di sangue dopo il periodo di sei ore. Se si verifica una grave perdita di sangue, il paziente deve consultare immediatamente un medico. Molti pazienti sperimentano sanguinamento occasionale durante i diversi giorni di recupero successivi all’intervento, ma questo sanguinamento è di solito molto minore ed è  il risultato di una parziale riapertura della ferita e una difficoltosa formazione del coagulo (Riunito odontoiatrico).

20161130170817

Trisma O Difficoltà Ad Aprire La Bocca

Dopo la rimozione dei denti del giudizio alcuni pazienti potranno sperimentare difficoltà ad aprire molto la bocca come facevano solitamente . Alcune possibili cause possono includere una lesione al muscolo pterigoideo dovuta all’ago, l’aver tenuto la bocca del paziente molto aperta per troppo tempo durante l’intervento chirurgico, ematomi, infiammazioni e gonfiori. Questo trisma è di solito temporaneo e andrà via da solo dopo pochi giorni, una terapia a base di corticosteroidi e antibiotico può aiutare il recupero.

Alveolite Secca

L’alveolite secca è descritta come un dolore lancinante nel sito di rimozione del dente associata molto spesso ad alitosi. Questo di solito si verifica quando un coagulo di sangue non riesce a formarsi correttamente nell’alveolo, provocando un’infiammazione continua ai tessuti contigui. Questo forte dolore può arrivare  giorni, in genere 3, dopo che l’estrazione ha avuto luogo. Tale  infiammazione è spesso confusa con un’infezione, ma a differenza di un’ infezione l’alveolite secca andrà via da sola in una o due settimane. Quando è necessario tuttavia è possibile reintervenire chirurgicamente per favorire la formazione di un nuovo coagulo.

Comunicazioni Oro-Antrali (Bocca-Seno Mascellare)

Di tanto in tanto, quando i denti del giudizio superiori vengono rimossi possono creare una comunicazione che conduce alla cavità del seno mascellare (una cavità all’interno del massiccio facciale in comunicazione con le cavità nasali). Se si determina un’infezione  nella cavità del seno,  un ulteriore intervento chirurgico potrebe rendersi necessario (Videocamera intraorale).

Otturazione

Nella clinica di Dentista italiano a Londra effettuamo otturazioni di alta qualità in composito dello stesso colore dei denti naturali, perché il composito non contiene metallo, cioe non causa nessun allergia!

Dentist cleaning woman's teeth --- Image by © Ryan Smith/Somos Images/Corbis

I dentisti di una volta facevano diversi tipi di otturazioni: in amalgama, in oro o in ceramica. Oggi quasi tutte le cliniche di un certo livello effettuano otturazioni in composito dello stesso colore dei denti naturali e il nostro studio italiano non fa eccezione. Noi ricorriamo a questa pratica per effettuare otturazioni estetiche. Il composito è l’unico materiale che non contiene metallo.

In quali casi si ha bisogno di un’otturazione dentale?
Secondo il nostro dentista italiano le otturazioni dentali si rendono necessarie in tre casi.

Quando l’ otturazione è necesario 1.: il dente è cariato

Il primo è ovvio: se si ha un dente cariato o se la carie comincia a estendersi sulla superficie del dente e ne intacca lo smalto bisogna intervenire. In questo caso la parte malata deve essere rimossa e la cavità che si forma con tale procedimento viene otturata con materiale composito. Successivamente il dente otturato viene esposto a una fonte di luce blu per asciugare il materiale utilizzato.

Quando l’ otturazione è necesario 2.: un dente lesionato

Il secondo è quando il dente è sano ma lesionato magari a causa di un piccolo incidente. In questo caso è necessario otturare al più presto la parte interessata perché il dente rischia di cadere anche se non risulta essere cariato. La polpa dentale scoperta si infiamma molto facilmente e questo può causare problemi ancora più gravi, perciò occorre intervenire quanto prima con un’otturazione.

Quando l’ otturazione è necesario 3.: l’otturazione saltata

Il terzo è quando il dente è già otturato ma per un qualche motivo l’otturazione “salta” e bisogna rifarla. Anche in questo caso è opportuno intervenire al più presto per i motivi precedentemente esposti. Può però anche succedere che l’otturazione non “salti” ma diventi vecchia (questo accade nel giro di 10-15 anni) o che venga a mancarne una parte. Molte persone si rivolgono alla nostra clinica per cambiare un’otturazione vecchia in amalgama di colore argenteo e non particolarmente pregevole dal punto di vista estetico. Ovviamente non presenta problemi neppure la sostituzione di un’otturazione in composito (fotopolimerizzazione Odontoiatria).

Quanto durano le otturazioni in composito?
Le otturazioni estetiche durano quanto qualsiasi altra otturazione, ma in più hanno il vantaggio di essere dello stesso colore dei denti naturali, per questo risultano più apprezzabili dal punto di vista estetico. È da sottolineare il fatto che non hanno effetti negativi sulla salute, cosa che non si può dire delle otturazioni in amalgama usate in passato. Secondo ricerche scientifiche queste ultime possono causare problemi di salute molto gravi come l’Alzheimer. Nel nostro studio dentistico italiano si effettuano otturazioni in composito a prezzi accessibili, probabilmente a condizioni più convenienti che in qualsiasi altro studio del centro di Londra.

L’otturazione rappresenta una soluzione definitiva?
Occorre tenere conto del fatto che non sempre i problemi dei pazienti si risolvono con un’otturazione estetica. Se la carie è molto profonda o associata a processi infiammatori il paziente può avere bisogno di una devitalizzazione, cioè di una cura canalare. Se la superficie lesionata del dente è troppo estesa o troppo profonda è opportuno effettuare una cementazione in ceramica di inlay/onlay o realizzare una corona. La clinica odontoiatrica italiana è a vostra disposizione ed è pronta a fornirvi assistenza e informazioni telefoniche e via mail e a prenotarvi un appuntamento in caso di necessità (Iniezione e compattazione guttaperca).

Implantologia All On Four: Cos’e e Quali Sono I Vantaggi?

La tecnica implantare all-on-four è una metodologia chirurgica elaborata per sostituire un’intera arcata di denti mancanti (da cui “all”) con solo 4 impianti dentali (da cui “on four”) sostenendo una protesi fissa / ponte. Normalmente gli impianti dentali vengono inseriti nella mascella con un angolo di 90 gradi rispetto ad essa. Con la tecnica all-on-four i due impianti frontali sono montati di solito a 90 gradi e i 2 impianti sul retro della mandibola sono posti a 45 gradi rispetto alla mascella.

20160103171233

Quando poi viene inserita la protesi sui 4 impianti la loro posizione angolata blocca tutti i 4 impianti insieme e permette loro di guarire e integrarsi con il minimo rischio di fallimento o di dislocazione in quanto le forze vengono adeguatamente distribuite lungo gli impianti. Inoltre, avere i due impianti posteriori posizionati a 45 gradi permette di poter utilizzare in questo settore impianti più lunghi il che è particolarmente importante per i pazienti che altrimenti dovrebbero necessitare di un innesto osseo a causa della scarsità di osso in questa zona. In molti casi l’all on four fornisce una soluzione per i pazienti che in precedenza non potevano avere impianti a causa della scarsa quantità di osso a disposizione.

Come Si Differenzia L’all-on-four Dall’approccio Standard Del Ponte Fisso?
Usando una tecnica implantare standard in cui tutti gli impianti sono collocati nella mascella a 90 gradi spesso si richiedono almeno 6 impianti dentali per sostenere un arco a tutto sesto dopo di che questi vengono lasciati guarire per 6 mesi prima di potervi montare un ponte fisso. Se il paziente non ha abbastanza osso allora può anche essere richiesto un innesto osseo. La tecnica standard richiede più tempo e in genere è anche più costosa (sono necessari generalmente più impianti rispetto ai 4 previsti per la tecnica Al-on-four e più appuntamenti).

 

Le Fasi Della Tecnica All-on-four.

Consultazione e Diagnostica Iniziale
Affinché il dentista possa valutare correttamente i requisiti e l’idoneità del paziente per la tecnica all-on-four è necessario un consulto in cui si prendono in considerazione i vari aspetti del trattamento e la storia medica del candidato. Potrebbe rivelarsi necessaria l’esecuzione di una serie di indagini diagnostiche tra cui una TAC ai raggi x (Dentascan, Cone-beam), la misurazione della densità ossea e delle impronte per sviluppare modelli diagnostici in gesso. Molti dentisti utilizzano dei software dedicati per pianificare il trattamento al computer che consentono una diagnostica dettagliata come l’identificazione dell’osso disponibile, il posizionamento virtuale dell’impianto secondo l’anatomia del paziente e le esigenze protesiche e permettono di mettere a punto una mascherina (dima chirurgica) su misura che garantisce un esatto e guidato posizionamento dell’impianto.

dental

Dopo questo appuntamento diagnostico se non c’è bisogno di un innesto osseo o di un ulteriore trattamento prima della chirurgia implantare, verrà fissato un appuntamento chirurgico, durante il quale verranno estratti i denti (se necessario), saranno collocati gli impianti e la protesi provvisoria, generalmente tutto nella stessa seduta.

Estrazioni E Posizionamento Dei 4 Impianti Dentali
Dopo le eventuali estrazioni dentarie si collocano 4 impianti nella mascella in modo tale che l’osso li circondi. Gli impianti che vengono inseriti nella parte posteriore della mandibola verranno disposti ad un angolo di circa 45 gradi per ottenere il massimo contatto e ancoraggio alla struttura ossea esistente.

Una volta che i quattro impianti sono stati collocati nella mascella, i monconi (componenti che collegano l’impianto ai denti, al ponte o alla protesi) saranno fissati agli impianti. I “nuovi denti” vengono poi fissati e regolati per garantire un’occlusione adeguata ed il massimo comfort per il paziente(localizzatore apicale).

Il Follow-up E La Protesi Definitiva
A questo punto ci saranno una serie di appuntamenti per i successivi 6 mesi circa. Alla fine di questo periodo le gengive saranno completamente guarite e gli impianti completamente integrati all’osso naturale. In questa fase, a seconda del piano di trattamento, il dentista rimuoverà i denti e prenderà nuove impronte, per preparare la serie finale di denti.

Confronto Tra All-on-four E Tecnica Tradizionale
All on four

1. Richiede 4 impianti per assicurare l’arcata
2. Solitamente è una soluzione efficace e più economica
3. In alcuni casi può evitare la necessità di un innesto osseo
4. Impianti e denti sono posizionati e montati in un unico appuntamento

Tecnica tradizionale

1. Richiede 6-8 impianti per assicurare l’arcata
2. Più costosa in quanto richiede più impianti, più interventi chirurgici e più visite dal dentista
3. Se è richiesto l’innesto osseo vi è una fase chirurgica in più
4. Richiede diversi appuntamenti e una fase di guarigione di 6 -8 mesi durante la quale deve essere indossata una protesi provvisoria di tipo mobile(motore implantologia).

Odontoiatria e Medicina Alternativa

20160926165457

Per sua natura la medicina, orientata alla cura di malattie, che generano inevitabili sentimenti e percezioni pregnanti, determina spesso nel malato un atteggiamento di speranza e illusione che porta talvolta medici e pazienti a comportamenti che esulano dallo scientifico e razionale.

In risposta a fallimenti più o meno evidenti della medicina nella cura di malattie, anche gravi, sono nati e sono state rivisitati approcci alternativi, nella convinzione che cambiando radicalmente approccio sia possibile ottenere risultati laddove la medicina convenzionale non offre soluzioni.

Anche il mondo dell’odontoiatria, che della problematica dei fallimenti, soffre anche per l’aspetto contrattuale per l’impegno di risorse economiche anche rilevanti, ha visto fiorire proposte non convenzionali per il trattamento di patologie dentarie classiche.

Per comprendere cosa significhi la definizione di medicina alternativa, è bene definire l’approccio della medicina tradizionale.

La medicina ufficiale, per applicare delle tecniche e protocolli di cura utilizza il metodo scientifico che prevede a fronte di un ipotesi, la verifica con sperimentazione e conseguente definizione di una tesi.

In medicina, quindi, per validare un trattamento è prevista la sperimentazione, che mette a confronto due o più approcci. Solo dopo l’analisi dei dati viene scelto il percorso che offre migliori risultati, a fronte di esperimenti verificabili e ripetibili.

I trial clinici randomizzati, nascono dall’esigenza di eliminare le distorsioni nella produzione dei dati da analizzare, legati alla scelta dello sperimentatore su quale farmaco o tecnica da erogare al paziente inserito nella sperimentazione clinica. Con questo approccio il clinico e il malato non sanno che approccio verrà, o è stato, utilizzato. Esiste anche la possibilità di rendere cieco l’analizzatore dei dati, con il protocollo del cosiddetto doppio cieco, in modo che solo alla fine dell’analisi dei dati venga effettivamente rivelato quale approccio sia più utile ed efficiente(strumenti dentista).

Tutte le sperimentazioni cliniche sono poi pubblicate su riviste scientifiche, che hanno il compito di diffondere la conoscenza scientifica. Questi giornali utilizzano il sistema del peer review, in cui alcuni esperti nel settore specifico valutano se gli articoli proposti per la pubblicazione sono corretti dal punto di vista metologico, in modo da garantire che i materiali e i metodi per lo studio di un problema specifico, sono stati scelti correttamente e che l’analisi dei dati sia effettivamente corretta.

Ogni rivista scientifica, per la peculiare severità della valutazione degli articoli proposti per la pubblicazione, possiede una autorevolezza che porta a rendere alcuni giornali più rilevanti rispetto ad altri. Una rivista autorevole verrà, quindi, letta da più persone e quindi un articolo in essa pubblicato avrà più probabilità di avere un impatto sulla scienza medica maggiore rispetto ad un articolo pubblicato su riviste che non controllano con attenzione la qualità dei lavori proposti (impact factor).

Un articolo ben fatto, poi, verrà utilizzato da altri sperimentatori come base per nuove sperimentazioni o per validare altre tecniche per confronto. Quindi misurando quante volte un articolo, e quindi l’autore, viene citato da altri è possibile valutare quanto rigoroso e valido sia un metodo rispetto ad un altro.

Quindi, la medicina tradizionale, prevede che una tecnica si studiata e rivista nel tempo, per stabilire per ogni problema clinico quale sia il protocollo migliore da applicare al malato per trattare le patologie.

Rimane, dunque, uno spazio per le tecniche alternative, per autori che non vogliono studiare scientificamente l’approccio medico a patologie. Omeopatia, omotossicologia, fiori di Bach, ayurveda, yoga, medicina cinese, agopuntura, fitoterapia, vega Test, chiropratica, pranoterapia, naturopatia, ipnosi, sono approcci che non si sottopongono a validazione scientifica, e che quindi hanno risultati non verificabili.

Paradossalmente alcune tecniche che prima erano alternative sono state assorbite dalla medicina tradizionale, e validate. Un esempio sono l’aspirina, l’eugenolo, e molti altri farmaci rapiti al non scientifico e studiati con metodo, che si sono rivelati utili ed efficenti.
Tuttavia, è bene ricordare che, nella maggior parte delle verifiche le cosiddette medicine alternative, quando sono state sottoposte alla validazione scientifica si sono rivelate poco o per niente utili nel trattamento di patologie. Quante speranze hanno raccolto per i promotori di metodi non ortodossi per il trattamento delle patologie tumorali, che sono state disilluse dalla verifica con metodo che i risultati eclatanti erano solo millantati?

A margine di questo, infine, è nato un fenomeno per cui questi approcci senza risultati certi e verificabili sono stati proposti per il trattamento di pazienti sani, con la scusa di migliorare l’assenza di patologia. Vitamine ed integratori venduti a caro prezzo, sono la punta dell’iceberg di un fenomeno che punta a trarre profitto da un problema di fatto che non sussiste(riunito odontoiatrico).

In odontoiatria è proprio quest’ultimo che ha visto il fiorire di approcci ingiustificati di trattamento: il più noto è la rimozione di restauri in amalgama di argento, senza che ci sia un motivo diverso dalla paura del mercurio presente all’interno. Senza studi che giustifichino queste costose e aggressive rimozioni di restauri funzionanti, si determina per i pazienti un peggioramento generale dello stato di salute dentale e generale. Per non parlare poi di quanti denti recuperabili vengano estratti per essere sostituiti con impianti dentari, spacciando questa soluzione come migliore, senza che vi sia una giustificazione scientifica a questo modo aggressivo di curare i pazienti.

L’endodonzia, in questo, garantisce ai pazienti un approccio moderno, scientificamente valido, e in fin dei conti più conveniente alla risoluzione di molte problematiche dentarie che in mano di dentisti non aggiornati esitano in mutilazioni dentarie inaccettabili.! !

In conclusione, non è corretto applicare tecniche con risultati ignoti e definirle medicina.
L’alternativo è solo finzione, e in fin dei conti, tradimento.

Quali sono le cause dell’alitosi?

76031448508336Alitosi è il termine clinico utilizzato per indicare un problema molto comune, l’alito cattivo. Ma da cosa è causato? L’alitosi dipende principalmente dall’emissione di composti sulfurei attraverso l’aria espirata. I batteri che proliferano sulla parte posteriore della lingua, negli spazi interdentali, nelle tasche gengivali e in altre cavità della bocca producono composti sulfurei maleodoranti. L’alito cattivo può essere determinato anche da una periodontosi in corso.
Le cause più comuni dell’alitosi comprendono il consumo di alimenti dall’odore molto intenso (ad esempio aglio, formaggio, cipolle) e una scarsa igiene orale, oltre a fattori quali il fumo, lo stress o il digiuno.

Come prevenire l’alitosi?

2820379266657850141
L’alitosi può essere combattuta principalmente attraverso le pratiche di igiene quotidiana, lavando i denti per almeno due minuti due volte al giorno, al mattino e la sera prima di andare a letto, e pulendo anche la lingua, dove si annida la maggior parte dei batteri. È consigliabile anche l’uso di un collutorio(riunito odontoiatrico).

È importante utilizzare un dentifricio ad azione antibatterica completa in grado di combattere l’alito cattivo, oltre al filo interdentale per rimuovere la placca dai punti più difficili da raggiungere. Antica Erboristeria ha studiato un’apposita linea di prodotti che donano una freschezza extra grazie alla formula anti-alito cattivo(strumenti pulizia denti).

Sensibilità dentale, i rimedi efficaci per ridurre il fastidio

denti-sensibili

Qual è la causa dei denti sensibili? Se pensate che si tratti solo di sfortuna, o di genetica, potreste ricredervi. Spesso infatti, i denti sono più sensibili a causa di problemi come un’igiene orale troppo aggressiva (spazzolare i denti con forza non serve, basta farlo regolarmente e con la giusta delicatezza) o a causa di alimenti che possono danneggiare lo smalto dei denti.

La buona notizia è che i denti sensibili possono essere curati, ed il problema può essere alleviato con alcuni rimedi.

p5354-620x350

Ecco quelli più efficaci:

●Spazzolare delicatamente i denti: come abbiamo detto, i denti vanno spazzolati delicatamente, e non da destra a sinistra, ma dall’alto al basso
●Usare dentifrici per denti sensibili, che aiutano a ridurre il dolore. Dovreste notare una minore sensibilità nell’arco di poche settimane. Per le zone più ostinate, provate ad applicare un po’ di dentifricio direttamente sul dente.
●Evitare bevande acide, bibite gassate e succhi di frutta a base di agrumi
●Evitare lo sbiancamento dei denti, sia quello casalingo che quello dal dentista, il quale dovrà essere comunque informato in merito al vostro problema
●Usare un bite per il trattamento del bruxismo. Quest’ultimo, potrebbe essere infatti una delle cause della sensibilità dei denti
●Considerate dei trattamenti medici dal dentista, specialmente se nessun rimedio sembra funzionare(telecamera intraorale).

Tutto in un sorriso: stato dell’arte sugli sbiancamenti dei denti

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone ,di ogni età, chiede di sbiancare i denti per migliorare l’estetica del sorriso. Spesso il colore naturale dei denti, ereditato geneticamente e, quindi, personale, non è bianco candido, anzi tende al giallo o al grigio con diverse tonalità e sfumature, essendo la somma di una serie di fattori (spessore, struttura e colore dei tessuti duri del dente).

Con il termine “discromie dentali” si definiscono gli inestetismi e le alterazioni cromatiche. I fattori che determinano le discromie si possono raggruppare essenzialmente in due grandi gruppi: i fattori estrinseci e i fattori intrinseci. I primi sono quelli che determinano una discromia superficiale che modificano in modo più o meno sostanziale il colore fisiologico dei denti naturali, sono rappresentati dall’assunzione di alimenti dall’elevato potere colorante (caffè, tè, liquirizia), dall’abitudine al fumo, dalla placca o dal tartaro. Generalmente, un’accurata seduta di igiene orale permette una facile rimozione di questo tipo di discromie.
I fattori intrinseci, invece, si dividono ulteriormente in primari e secondari. Fanno parte dei primari alcune sostanze o farmaci, come le tetracicline o l’eccesso di fluoro, che se assunti durante lo sviluppo possono penetrare e integrarsi nella struttura dello smalto. Tutto questo può ridurre la luminosità e la trasparenza del colore dei denti oltre che causare macchie superficiali sullo smalto.

Per fortuna disponiamo oggi di una varietà di validi strumenti e prodotti specifici per ripristinare il colore naturale del dente o anche per avere quel bianco tanto desiderato che madre-natura non ci ha fornito. Trattamento in studio o domiciliare? Sia che si opti per il trattamento in studio o per quello domiciliare, occorre una visita di presbiancamento, nella quale viene fatta una diagnosi globale, si controlla lo stato dei restauri, si determina il tipo e l’entità della discromia, si registra il colore, si effettua una seduta di igiene orale e si stabilisce il tipo di trattamento più consono al singolo caso clinico(lampada sbiancante denti).
Seguendo l’onda, alcune aziende hanno messo sul mercato prodotti per l’uso domestico poco costosi e facilmente reperibili nei grandi magazzini e nelle farmacie (strisce adesive, stick, pennelli). Siccome per legge non possono contenere alte concentrazioni di sostanze sbiancanti come i prodotti per dentisti, la loro efficacia è piuttosto limitata.
Lo sbiancamento professionale risulta sicuramente più costoso, dato che viene applicato nello studio di uno specialista, ma garantisce effetti soddisfacenti in breve tempo e di lunga durata. La metodica considerata tutt’oggi la migliore sia per risultati che per tempistica è quella denominata “sistema di sbiancamento attivato da lampade”. Questa tecnica prevede l’uso di perossido d’idrogeno associato ad un esposizione luminosa a luce fredda, riducendo di molto casi di ipersensibilità dentale.
Durante questo trattamento i denti vengono coperti da un gel ad alta concentrazione di perossido di idrogeno in grado di penetrare lo smalto fino alla dentina (il tessuto duro che si trova tra lo smalto e la polpa dentale). In questo modo, si riescono ad eliminare per ossidazione tutte le sostanze coloranti infiltratesi nel corso del tempo. Una volta applicato il gel e coperti le labbra e gli occhi del paziente, la superficie dentale è esposta alla luce di una lampada speciale o di un laser.
In pratica, se eseguito da dentisti o igienisti esperti, lo sbiancamento è praticamente privo di rischi sia per i denti sia per le gengive. Per evitare delusioni e pericolose incomprensioni tra dentisti e pazienti, è bene ricordare che i metodi di sbiancamento non portano mai a risultati definitivi. Anche con i metodi di tipo professionale l’effetto sbiancante dura in media circa tre anni. Il ritorno alla situazione precedente dipende molto dalle abitudini dello stesso paziente (riunito dentisti).

COS’È L’ENDODONZIA?

L’Endodonzia è la scienza medica, nell’ambito dell’Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati. Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.

20160616113357

Cos’è un trattamento endodontico, o cura canalare o “devitalizzazione” del dente?

Il trattamento endodontico è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che si rende necessario quando la polpa (il tessuto molle interno al dente) è infiammata o infetta per un danno provocato da una carie profonda, dall’esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura o incrinatura profonda (rilevatore apicale).

La polpa dentaria, contenuta all’interno dei denti, popolarmente nota come nervo del dente, è in realtà un tessuto altamente specializzato costituito da arterie, vene, terminazioni nervose e cellule connettivali. Nell’età dello sviluppo questo tessuto ha la funzione di formare la struttura portante calcificata del dente (dentina); nell’adulto, ad accrescimento completato, la polpa – ormai assottigliata – resta confinata nella camera pulpare e nei canali radicolari, con funzioni residuali di sensibilità al freddo e idratazione della dentina.

20160616113455

A perturbare lo stato di salute pulpare possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria (vedi oltre), ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce ed estende finché la polpa viene raggiunta dai batteri con trasformazioni irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazione. In generale l’Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all’infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose. La moderna Endodonzia si avvale di strumenti sofisticati per la diagnosi e la terapia, quali lo stereomicroscopio operatorio, i biomateriali innovativi, la strumentazione in leghe speciali(motore endodontico).

Cause del granuloma dentale

La causa principale del granuloma è di tipo infettivo ovvero gli agenti patogeni, le loro tossine ed i prodotti del metabolismo batterico fuoriescono dal dente attraverso il foro apicale ed espandono l’infezione ai tessuti periapicali – attorno all’apice della radice del dente – (i tessuti maggiormente interessati sono: il legamento parodontale e l’osso alveolare, fondamentali poiché contribuiscono a ritenere il dente saldo all’interno dell’osso).
Come arrivano i batteri a fuoriuscire dal foro apicale ?

Carie penetrante e pulpite
Il processo carioso attacca lo smalto, la dentina e, se lasciato libero di proseguire, arriva alla polpa dentale (pulpite) necrotizzandola (causandone la morte) e non si arresta. I tessuti necrotici, i prodotti del metabolismo batterico e le tossine prodotte favoriscono l’espansione dell’infezione che, a questo punto, può liberamente uscire dal dente ed infettare i tessuti attorno alla radice (manipolo contrangolo) ed essere la causa del granuloma;

Devitalizzazione malriuscita
Durante la procedura di devitalizzazione del dente è fondamentale che il dentista elimini tutta la polpa infetta arrivando con le lime canalari fino alla fine della radice dell’elemento dentale ma questo non è sempre possibile per diverse ragioni: delta radicolare, radici storte in cui è impossibile arrivare con gli strumenti odontoiatrici, canali radicolari laterali. In tutti i casi indicati, una parte di polpa infetta o necrotica rimane in fondo alle radici del dente e con il tempo l’infiammazione tende a recidivare dando luogo a granuloma, cisti radicolari ed ascesso apicale.

Trauma o lesione profonda del dente
E’ raro ma è possibile che un trauma od una lesione profonda del dente possa dar origine ad un granuloma.

Necrosi asettica del tessuto pulpare
In tale circostanza la causa del granuloma non è batterica bensì dovuta alla progressiva occlusione degli spazi interni del dente per sovrapproduzione di dentina (si verifica quando il dente tenta di difendersi da un attacco cariogeno aumentando lo spessore della dentina). La graduale necrosi della polpa produce sostanze che tendono a favorire irritazione nei tessuti parodontali e dalla loro conseguente infiammazione cronica ha origine il granuloma semplice asintomatico(riunito dentisti).